Dalla prossima versione, la 56 che dovrebbe essere rilasciata entro fine gennaio, Google Chrome inizierà a dichiarare esplicitamente non sicure tutte le pagine web che utilizzino il protocollo http e che contengono:
form per l’immissione di password;
form per la raccolta dati relativi a carte di credito.
Se gestisci un e-commerce oppure il tuo sito integra delle aree riservate in cui gli utenti accedono inserendo username e password, questo cambiamento ti riguarda direttamente e potresti essere penalizzato.
Richiedici subito una consulenza gratuita sulle azioni che puoi intraprendere per risolvere questo grosso problema:
Di seguito puoi vedere esattamente in che modo verrà mostrato l’avviso sulle pagine che non utilizzano il protocollo https:
Perché il protocollo https è così importante?
Le pagine dei domini con certificato ssl valido ed attivo (tradotto: le pagine che iniziano con https://), garantiscono che le informazioni inserite nei form vengano criptate prima di essere trasmesse al server. In questo modo, eventuali dati sensibili come password o dati relativi alla propria carta di credito, non possono essere intercettati da altre persone collegate al tuo stesso network.
Se non gestisco un e-commerce o il mio sito non raccoglie dati sensibili come password posso stare tranquillo?
Non proprio, stai solo rimandando il problema. Ricordati infatti che c’è sempre più sensibilità da parte degli utenti verso tematiche legate alla sicurezza e alla privacy mentre si naviga. In quest’ottica, avere il proprio sito in https, dà maggiori garanzie al visitatore e, col passare del tempo, diventerà un fattore influente anche sul posizionamento.
Il prossimo step da parte di Google sarà, ad esempio, rendere non sicure tutte le pagine http navigate in incognito.
Tutte queste azioni si inseriscono quindi in una visione più ampia che vuole contribuire a rendere il web un posto sicuro per gli utenti.
Se siamo riusciti a convincerti e vuoi saperne di più, richiedici ora un parere preliminare gratuito:
https://infovi.digital/wp-content/uploads/2017/01/https.jpg360850Lorenzohttps://infovi.digital/wp-content/uploads/2015/07/infovi-digital.pngLorenzo2017-01-25 12:10:222017-02-17 12:29:21Proteggi il tuo sito con https
Nella giornata di mercoledì 2 settembre, Google, con uno dei suoi doodles, ha annunciato il redesign del proprio logo. Senza contare i leggeri perfezionamenti apportati nel tempo, questo è il primo redesign completo del marchio in 16 anni. Un cambiamento coraggioso ma necessario.
Perché modificare il marchio di un’azienda così largamente diffusa?
Le scelte che portano un’azienda a modificare il proprio marchio sono sempre da imputare alla coerenza con cui quest’ultimo riesce a rappresentare e spiegare il carattere e il modo di pensare di ciò che simboleggia. In questo caso, però, non è il carattere di Google ad essere cambiato. Il logo precedente, pur mantenendo una riconoscibilità piuttosto elevata, non poteva più incarnare con precisione le caratteristiche di un’azienda in continua evoluzione. Per citare il reparto di comunicazione del colosso di Mountain View ciò che è successo è “L’evoluzione dell’identità di Google”.
Ecco le linee guida di cui il reparto grafico di Google ha tenuto conto nella realizzazione del nuovo logo:
Un marchio scalabile che possa comunicare la sensazione di un logotipo in spazi ristretti.
L’incorporazione di una serie di movimenti dinamici e intelligenti che rispondano alle interazioni dell’utente in ogni loro forma.
Un approccio sistematico nel branding dei prodotti per mantenere una visione d’insieme coerente.
Un perfezionamento di ciò che è Google. La combinazione di ciò che viene amato dagli utenti e di una serie di considerazioni sul cambiamento dei loro bisogni.
L’essenza del logo è rimasta invariata: quattro colori su di uno sfondo bianco e pulito da ogni distrazione. Sono state prodotte centinaia di varianti e sono stati interpellati tutti i reparti di Google, per ottenere una soluzione flessibile che potesse svilupparsi su più piattaforme.
Sono state sviluppate tre varianti:
Il logotipo Google
Un semplice logotipo in un carattere sans-serif che mantiene la colorazione originale del predecessore (con qualche piccolo aggiustamento).
Il logo Google ha sempre rappresentato uno stile semplice e amichevole. Queste caratteristiche sono state mantenute combinando strutture geometriche semplici e il carattere ludico dei colori. Il carattere tipografico Product Sans, disegnato ad hoc per il nuovo logo, è classificabile come un carattere tipografico lineare geometrico. La scelta di un carattere lineare ne aumenta la leggibilità a schermo mentre il disegno geometrico delle forme ne aiuta l’immediatezza.
La G di Google
Una versione più compatta, sviluppata per funzionare a ridotte dimensioni.
Una derivazione diretta della G del logotipo che però si differenzia leggermente per il peso (spessore) dei tratti che lo compongono. Questa variazione ne aiuta la leggibilità a basse dimensioni. La forma circolare è stata ridefinita otticamente per prevenire una larghezza eccessiva e le proporzioni dei 4 colori sono state studiate per aiutare l’occhio a seguire il movimento circolare del logo.
I cerchi
Una riduzione ai minimi termini del logotipo. Utilizzato per processi interattivi o di transizione (es. caricamenti). Rappresenta l’intelligenza di Google all’opera. Anche se i movimenti possono sembrare casuali e spontanei, sono stati studiati per seguire archi geometrici ben definiti in una serie di curve standard.
I colori
Il logotipo, data la sua colorazione, beneficia enormemente dello sfondo bianco. Ma quando i colori sono adiacenti—come nel caso della G di Google—scuriscono otticamente offuscando il valore positivo originario. Il rosso, il verde e il giallo sono stati ridefiniti nella saturazione per saltare maggiormente all’occhio.
Fin dalla sua nascita, la homepage di Google.com è stata caratterizzata da una semplicità disarmante. Un peculiare logo multicolore poggiato al di sopra di un singolo e amichevole campo di ricerca su di una pagina completamente bianca. Gli utenti però interagiscono con Google utilizzando una varietà di strumenti sempre più vasta e le necessità del motore di ricerca sono cambiate.
Al di là dei gusti individuali degli utenti, il nuovo logo Google è stato accolto con relativa quiete (contrariamente al più recente caso di Airbnb). Questa reazione positiva, alimentata dalla professionalità di un’azienda come Google, ci mostra come la coerenza comunicativa sia importante in un mondo in continuo divenire nel quale le imprese devono cercare di adattarsi per mantenere riconoscibilità e affidabilità con i propri clienti.
https://infovi.digital/wp-content/uploads/2015/09/cover.jpg7511011Lorenzohttps://infovi.digital/wp-content/uploads/2015/07/infovi-digital.pngLorenzo2015-09-04 10:42:102018-05-24 11:37:43Il nuovo logo del titano
Oggi Google attua il cambiamento dell’algoritmo che si occupa della visualizzazione dei risultati di ricerca.
Perché è così impattante e perché molte testate giornalistiche (anche estranee al settore) ne stanno parlando?
Semplice: da oggi Google penalizzerà i siti che non sono ottimizzati per smartphone, tablet e in generale tutti i dispositivi mobile. La cosa non deve stupire: il web è sempre più mobile e per rendercene conto non servono statistiche ufficiali, ma basta riflettere sulle nostre abitudini: sempre più spesso la navigazione e la ricerca di contenuti sul web avviene da dispositivi mobile.
Fortunatamente a questo link, nella sezione Google Developers, inserendo l’indirizzo di una pagina web è possibile verificare se quest’ultima è ottimizzata per la visualizzazione mobile. Se la schermata che vi appare è simile a questa qui sotto, non c’è niente di cui preoccuparvi: la vostra pagina ha passato il test.
Ricordate che stiamo parlando di tutte le pagine indicizzate, non dell’intero sito web. Se avete il dubbio che le vostre pagine interne non siano ottimizzate, vale la pena controllare. Cosa contribuisce invece a far fallire il test? In generale Google ritiene una pagina non ottimizzata quando manca una user experience positiva. Principalmente questo è causato da:
contenuti più grandi rispetto allo schermo del dispositivo (comparsa barra orizzontale di scorrimento);
link troppo vicini tra loro (difficoltà quindi di eseguire touch precisi);
testo troppo piccolo per essere letto.
La risposta a tali problemi? Nel nostro blog ne abbiamo già discusso e si chiama responsive design. In attesa di vedere i primi cambiamenti che l’algoritmo apporterà ai risultati di ricerca (probabilmente già entro la fine di questa settimana), se vi siete resi conto che il vostro sito non è per nulla ottimizzato, per magra consolazione sappiate che siete in buona compagnia… in Italia, a partire dai siti governativi per arrivare a quelli di molte università, la maggior parte non è infatti ancora pronta a questo cambiamento.
https://infovi.digital/wp-content/uploads/2015/04/header_articolo.jpg4011024Lorenzohttps://infovi.digital/wp-content/uploads/2015/07/infovi-digital.pngLorenzo2015-04-21 10:34:432015-08-25 13:22:06Mobilegeddon di Google: Tremate!
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